Un contributo alla recente discussione in ricordo di Giovanni Maraia

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Mercoledì 27 Dicembre sono intervenuto nella discussione pubblica in ricordo di Giovanni Maraia presso la sala della Biblioteca comunale di Ariano Irpino. Chi ha tempo e interesse di leggerlo e commentarlo trova di seguito il contenuto del mio contributo, con qualche dettaglio in più rispetto a quanto espresso a voce. Mi interessa interloquire con chi non è potuto/-a esserci e vuole entrare in comunicazione. Dopo la moderazione di Francesco Maraia e l’intervento di Francesco Flammia (CEDIR), poi di Antonio Dello Iaco (vincitore borsa di studio), ci sono stati gli interventi dal pubblico di Luca Orsogna, Mario La Canfora, il mio (AC), Gaetano Bevere, Generoso Maraia.

 

“Prima di tutto grazie a chi ha organizzato questo incontro! Nei giorni precedenti ho parlato soprattutto con Antonella (Cardinale), quindi nomino lei, ma appunto “grazie!” a tutti/-e coloro che si sono occupati/-e dell’organizzazione, ci date l’occasione di discutere di cose importanti, cose a cui teniamo. Dico „cose” ma intendo ovviamente persone, rapporti, situazioni. Intervengo per condividere con voi alcuni argomenti riguardanti il RICORDARE, la parola è anche sulla locandina dell’evento di stasera:

Locandina

RICORDARE è una attività che può essere praticata in modi diversi. C’è il ricordare nostalgico, del tipo “ah quanto ci manca quella persona”. Esiste il ricordare celebrativo-imbalsamante, del tipo “era un grande, una personalità unica”. E anche il ricordare auto-elogiativo, per cui si ricorda qualcuno raccontando un aneddoto che lo collega a noi e in questa maniera ci illuminiamo di luce riflessa. Questi tre modi che ho nominato non sono modi estranei a noi, modi cioè che vengono praticati sempre e solo da altri. Anzi, a tutti noi capita di praticarli, non è facile sfuggire dal farlo. Tutti e tre però non sono modi molto produttivi di ricordare, o comunque ce n’è uno più produttivo, che io chiamo ricordare pratico-politico.

Il ricordare pratico-politico aumenta la capacità di agire di ognuno di noi. Capacità di agire significa la capacità di agire sulla realtà per smontare le disugaglianze, le forme di sfruttamento, ogni forma di malessere. Il ricordare pratico-politico consiste nel ricostruire in maniera corretta la vicenda storica di una persona insieme al suo contesto, cioè consiste nel ricostruire la sua azione nel suo contesto in trasformazione, osservando due aspetti: come il contesto ha avuto effetto sull’operato della persona e come l’operato della persona ha prodotto un effetto sul contesto. In sintesi, si tratta del doppio rapporto tra azione e contesto: come noi siamo fatti dal e come facciamo il contesto. E ricostruire la vicenda storica di una persona ci riguarda perché nel contesto noi ci continuiamo a vivere e tutto ciò chiama in causa la nostra azione. (Invece il ricordare che ho chiamato sopra “ricordare celebrativo” è bello e comodo: presentare una persona come una figura speciale irripetibile e basta aiuta anche a crearsi l’alibi per rimanere inattivi o attivamente conformisti).

Ricostruire la vicenda storica di Giovanni Maraia (1950 – 2016) però è complesso, io al momento non lo so per niente fare. Ho cominciato un po’ di tempo fa a raccogliere materiale* a questo fine, poi mi sono dovuto interrompere per altri impegni e l’interruzione durerà almeno qualche anno. Non tento perciò in nessun modo una ricostruzione storica stasera. Al suo posto propongo in pochi minuti una specie di antipasto, possiamo cioè dare un rapido sguardo agli ultimi comunicati scritti dal professore Maraia. Si tratta solo di una minima parte dei comunicati che il professore inviava alla stampa, cioè di quelli scritti dal 2013 all’estate del 2016. È possibile consultarli anche proprio adesso nella sezione BLOG del sito di Ariano in Movimento.

Quali elementi emergono sfogliando questi comunicati-articoli? Ne ho individuati cinque:

  1. La pubblicità. La forma del comunicato è un mettere in comune una conoscenza, una idea, un posizionamento, non tenerseli nel cassetto, ma renderli pubblici.
  2. L’attenzione alle vicende politiche locali, anche con toni di risentimento, animosità nei confronti degli avversari politici.
  3. La concretezza. In molti comunicati il professore metteva al corrente la collettività di richieste formali che aveva appena rivolto all’istituzione competente per una determinata situazione. Questi comunicati sono collegati alle proprie esperienze, alle esperienze a lui vicine, o a quelle a lui segnalate da terzi.
  4. L’appartenenza al movimento comunista. Tra i comunicati ci sono diversi messaggi di cordoglio per anniversari di morte o per la morte di compagni e compagne (Margherita Hack, Peppino Impastato, Federico Biondi, Michele Capodilupo). Sfogliando le pagine del sito emerge inoltre la critica ai rapporti capitalistici predominanti, la difesa di diritti e bisogni popolari, nel caso per esempio dell’immigrazione si prende non la parte degli Stati che costruiscono muri ma di coloro che pericolosamente si spostano verso il Nord del mondo. Infine non manca tra vari altri contenuti, come è noto, la difesa dell’ambiente e della salute, un’altra delle rivendicazioni tradizionali della sinistra comunista internazionale.
  5. Dai comunicati tra le righe è leggibile anche una mancanza. Emerge l’assenza di un gruppo politico, la mancanza di una azione collettiva. Al netto di qualche collaborazione il professore non era, almeno negli anni in cui sono scritti questi comunicati, un leader di un partito o di una strutturata organizzazione ma invece un singolo robusto militante. Lo si nota certe volte in alcune note stonate che vengono prodotte leggendo certi passaggi che il parere o la revisione del testo da parte di un’altra persona avrebbe forse evitato/ migliorato.

Cosa si può imparare allora dai comunicati? O detto più precisamente: come l’analisi dei comunicati aumenta la capacità collettiva di agire in senso emancipativo? In base ai 5 punti indicati sopra, dai comunicati è possibile trarre almeno 3 inviti:

1L’invito a reagire. I comunicati sono un incoraggiamento contro l’impotenza e contro la semplice osservazione, mostrano che esistono possibilità di reazione.

2L’invito a generalizzare l’azione. Leggere questi comunicati invita ad operare insieme, in maniera organizzata, a non delegare a singoli e basta, ma invece come detto sopra smontare ogni disuguaglianza e malessere avviando e alimentando processi di autentica partecipazione alla vita sociale e politica. Questo del resto è proprio anche un principio del movimento comunista, negli statuti dell’Associazione internazionale degli operai c’era dal 1864 il principio che l’emancipazione della classe operaia dev’essere opera dei lavoratori stessi.

3- L’invito a riconnettersi al movimento comunista. È l’invito a non perdere la staffetta che il professore Maraia ha rappresentato, il suo ruolo di collegamento in carne ed ossa tra noi e la tradizione comunista o, per chiamare la stessa cosa in un altro modo, la tradizione della democrazia spinta o effettiva democrazia. Si tratta insomma, per dirlo in una sola frase, della trasmissione delle conoscenze e delle esperienze tra generazioni.

Questi tre inviti possono essere praticati a diversi livelli, a partire dalla propria quotidianità, e/o riguardare pratiche politiche e progetti sociali. Anche la scelta per esempio dei criteri per l’assegnazione delle prossime borse di studio  può essere fatta in modo da alimentare la trasformazione della società in termini di maggiore partecipazione di tutti e tutte alla vita sociale o invece in modo conformista: è una scelta e un’azione “.

 


Le fonti delle immagini utilizzate nella “copertina” sono:
– Una porzione di una pagina del sito di Ariano in Movimento;
– Una fotocopia in mio possesso di un comunicato di Giovanni Maraia del 8-9-2011;
– Un manifesto facente parte del prezioso archivio di Emilio Chianca (grazie!).


* Quasi a metà testo si parla di “raccogliere materiale“. Chiedo la cortesia a chi legge questo testo e conserva materiale relativo alla vicenda personale e politica di Giovanni Maraia, o ha condiviso con lui porzioni più o meno lunghe di essa e vuole raccontare e fare da testimone storico al fine di una ricostruzione da condurre in tempi non brevissimi (però programmabile) di contattarmi senza rimandare: alessandrocardinale90@yahoo.it

L’invito è esteso anche a chi ha già scritto o citato il professore Maraia in proprie pubblicazioni. Rimandare la raccolta del materiale rischia che esso, come spesso in simili casi accade, venga perduto.

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